domenica 17 maggio 2009

Sarkozy e il file sharing. La legge all'inseguimento della rete e la rete alla velocità della luce

Navigatori di tutto il mondo, spero sappiate cosa prevede la nuova (e piuttosto scioccante, devo dire) legge francese sul copyright. Si tratta di una vera e propria rivoluzione (in negativo) per gli utenti di internet, abituati ormai a scambiarsi liberamente i file attraverso programmi peer to peer come e-mule, torrent ecc.
Il 13 Maggio il Senato francese ha approvato in via definitiva la nuova legge sul copyright che andrà a rafforzare quella già esistente, che è in vigore dal 2006, la DAVDSI.

La nuova legge (HADOPI) prevede la creazione di un’agenzia governativa, chiamata “Haute Autorité pour la Diffusion des Œuvres et la Protection des Droits sur Internet” con il compito di controllare l’operato dei navigatori francesi.
Lo scopo della legge è quello di evitare che gli utenti di internet si scambino o facciano circolare in rete materiali coperti dal copyright.
In caso di violazione della legge, l’HADOPi agirà nei seguenti modi:
- mandando un’e-mail all’intestatario della connessione, specificando l’indirizzo IP indagato;
Se l’utente sarà sospettato di violare di nuovo la legge
- verrà spedita un’altra e-mail certificata, simile alla prima;
In caso di ulteriori violazioni
- l’ISP ha l’ordine di sospendere la connessione dell’utente incriminato per un periodo che va da un minimo di 2 mesi ad un massimo di 1 anno.
L’utente sarà inoltre inserito in una lista nera e, una volta trascorso il periodo di sospensione, l’ISP può valutare se ripristinare la connessione o meno.

La legge è piuttosto severa. La regione è ovviamente dettata dalla volontà di proteggere i diritti d’autore e in particolare la distribuzione a pagamento di film e musica.
Riuscirà la legge a conseguire i suoi scopi? Non lo so. Credo che la furbizia dei navigatori più esperti non tarderà a trovare nuove vie.

5 commenti:

  1. La notizia è in effetti molto interessante e riguarda sicuramente tutti noi naviganti. Ma vorrei chiederti una cosa: nel tuo post hai introdotto alla notizia chiamando la legge una «rivoluzione in negativo» - forse potresti spiegarti meglio su questo punto?

    Ancora non ho approfondito il tema, ma a prima vista ho la seguente impressione: lo scopo principale - quello di tutelare l'industria musicale e cinematografica (e ormai anche l'editoria) - è legittimissimo. Sarebbe poi da ricercare quali altre attività, oltre allo scaricare di musica e film, sono considerate violazioni contro il copyright e il copyleft.

    In teoria, la legge non dovrebbe incidere sul meccanismo del libero scambio di file, dati e testi nella comunità online, finché questo scambio si effettui in un quadro legale: cioè finché ognuno rispetti le regole elementari citando l'autore dell'opera e indicando la fonte, e finché i file (video, canzoni, testi ed altri) messi a disposizione sui blog o siti siano file proposti dagli stessi autori (ad esempio via YouTube e MySpace).

    Giustissime invece le polemiche sulla forma di punizione: staccare la connessione Internet a quelli che violano la legge. Questo punto della legge sembra critico, nella misura in cui la connessione ormai è considerato un diritto (non scritto) del cittadino (ed è realistico che presto diverrà un diritto scritto se i capi dei governi seguono la proposta del Parlamento europeo).

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  2. In negativo non voleva essere una valutazione sulla legge nel suo complesso. Intendevo piuttosto una rivoluzione in negativo per gli utenti, abituati a scaricare qualsiasi cosa da internet senza porsi alcuna limitazione e che oggi si trovano a dorver fare molta più attenzione.
    Il fatto di rispettare il copyright è di certo un'abitudine che dovrebbe essere rispettata e vigilare su questo è di certo legittimo. Le brutte abitudini però si prendono velocemente e pensare di non poter più utilizzare eMule per scaricare un film che non riusciamo a trovare in videoteca o ascoltare un brano senza dover comprare un CD, implica un profondo cambio delle abitudini di molti utenti.

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  3. Sì, nell'ottica dell'utente (e non dell'autore), è infatti una rivoluzione «in negativo». Ma dici giustamente che si tratta di un cambiamento di «abitudini»: ciò non dovrebbe creare problemi se costretti dalla legge.

    Io a questo punto mi auguro però che scenderanno i prezzi dei cd. Non può essere che pago 17 euro per un album che una volta costava 7,50 - è un aumento assurdo che di sicuro ha contribuito a sollecitare la pirateria online.

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  4. Sono d'accordo con te. Così come gli utenti devono essere più rispettosi dei diritti d'autore, anche l'industria della musica e del cinema devono adegursi alla nuova situazione.
    Io credo che la facilità con cui molti utenti usano programmi di file shring pur sapendo di violare il copyright derivi anche da una necessità crescente di informazione. La società ci chiede di essere informati costantemente e su qualunque cosa. Onestamente se sono curiosa di ascoltare una canzone o di vedere un film di cui ho sentito parlare mi scoccia dover sborsare 20 euro per un prodotto che poi magari non utilizzerò più.
    (anche la cultura sta diventando sempre più usa e getta. Quanta gente sacrica file, li guarda una volta e li cancella subito dopo per passare al prodotto successivo?)
    A mio avviso, un buon compromesso è quello proposto dalla Apple. Tramite iTune si può comprare musica, anche singoli brani, a prezzi assolutamente regionevoli. In questo modo, tra l'altro, l'utente ha la certezza di scaricare file di alta qualità, in formato compatibile con il proprio ipod e privi di virus.
    Ho citato questo, ma credo ci siano anche altre offerte simili.

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  5. Quella legge avrà delle grane perchè va contro l'emendamento n.138 emanato dal parlamento europeo che dice: "la connessione a internet è un elemento di manifestazione della libertà di pensiero e non può essere fatto oggetto di sanzioni di legge".

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